Dettagli
Autore: VARI
Opera: The Language of the Unknown
Etichetta: Arthaus Musik
Genere: Docu/Edu/Vari
Supporto: DVD
Nr. pezzi: 1
Lingue: EN
Sottotitoli: DE, FR, JP
DVD Formato: NTSC
DVD Ratio:
DVD Sound: PCM Stereo
Direttore o Solista:
Orchestra e interpreti: Wayne Shorter Quartet
Un documentario sul Wayne Shorter Quartet scritto e diretto da Guido Lukoschek
«Quando la vita ti ha dato tutto, come si può fare per restituire agli altri i doni che hai ricevuto? Attraverso l’originalità. Questa è l’unica cosa che si può rendere alla vita» (Wayne Shorter). Il documentario The Language of the Unknown guida gli appassionati alla scoperta dell’universo di una delle ultime leggende del sax jazz viventi. Con la frase citata in precedenza, Shorter vuole dire che bisogna reinventare la propria musica in ogni concerto, facendo sempre leva su una radicale originalità. Dopo aver collaborato con alcune delle band più leggendarie del jazz come il secondo quintetto di Miles Davis e i Jazz Messengers di Art Blakey e aver suonato all’alba del XXI secolo con i Weather Report, Shorter ha deciso di costituire il Wayne Shorter Quartet, la prima formazione a portare il suo nome. Questo gruppo garantisce a Shorter la libertà di reinventare ogni volta la musica seguendo l’estro e l’ispirazione del momento. Il Wayne Shorter Quartet è composto da Brian Blade, John Patitucci e Daniel Peréz, tre solisti di grandissimo talento, che non si limitano ad accompagnare Shorter, ma assumono spesso un ruolo di primo piano. I membri del Wayne Shorter Quartet hanno definito il loro stile “Zero Gravity”, un approccio quanto mai originale, che utilizzano per suonare insieme e che costituisce la base dei loro viaggi alla scoperta di una musica ogni volta nuova. The Language of the Unknown permette di seguire il grande sassofonista e la sua band in un concerto tenutosi il 3 novembre del 2012 alla Salle Pleyel di Parigi e di osservare l’effetto che la musica esercita sui suoi interpreti-creatori, che di solito sono troppo impegnati a ideare nuovi spunti, piuttosto che ripercorrere per l’ennesima volta sentieri già battuti. Di tanto in tanto gli ascoltatori hanno la possibilità di trovarsi faccia a faccia con l’essenza più autentica di questa musica, scoprendo che non tutto si riduce a un puro sfoggio virtuosistico. «Si tratta senza dubbio di uno dei migliori documentari dedicati al jazz di tutti i tempi» (Jazz Podium) «Un documentario illuminante, che consente di scoprire il metodo – e a volte anche i dettagli – del processo creativo di Wayne Shorter» (Financial Times) «Il documentario di Lukoschek è caratterizzato da un approccio attraente e molto sereno, che permette di proteggere la musica dalla superficialità della vita» (Spiegel Online).