Due opere della piena maturità di Bartók che seguono i lavori più celebri (Mikrocosmos, Sonata per 2 pianoforti e percussioni, Musica per archi, clelesta e percussioni) attingendo a una gamma espressiva molto ampia. I procedimenti contrappuntistici evocano talvolta affinità con gli ultimi Quartetti di Beethoven. Il contributo di Bartók al repertorio del quartetto d’archi, pur facendo uso di elaborazioni folkloristiche legate alla propria Ungheria, si iscrivono pienamente nella tradizione musicale mitteleuropea, da Beethoven a Webern. L’Arcanto Quartett è una compagine relativamente giovane che riunisce quattro musicisti ciascuno con una ricca carriera solistica: Antje Weithaas, Daniel Sepec, Tabea Zimmermann, Jean-Guihen Queyras.