Dettagli
Autore: SCOTT TONY
Opera: Lost Tapes - Germania 1957 e Asia 1962
Etichetta: Arthaus Musik
Genere: Jazz & Blues
Supporto: CD
Nr. pezzi: 1
Direttore o Solista: SCOTT TONY cl
Orchestra e interpreti: Horst Jankowski, Peter Witte, Hermann Mutschler, Conny Jackel, Gerald Weinkopf, Helmut Brandt, Werner Baumgart, Mario Costalonga, Colin Stuart, Frankie Van Seca, Sandro Paganucci, Alfredo Bendini, Giancarlo Barigozzi, Silvano Salviati
Moonlight In Vermont; The Man I Love; Lover, Come Back To Me; You Go To My Head; Blues; A Night In Tunisia; There Will Never Be Another You; Blues For Charlie Parker; Ben and Bird
Both Sides of Tony Scott è il titolo di un album che il grande clarinettista americano incise nel 1956, dopo un periodo di riflessione artistica. Per nove mesi prima di entrare in sala di registrazione Scott non toccò letteralmente il clarinetto, in quanto era completamente assorbito dall’incarico di direttore della formazione che accompagnava Harry Belafonte. Ora a Scott si presentava un’occasione molto propizia per concentrarsi sui suoi due modelli, Charlie Parker, che lo aveva affascinato con il suo stile esecutivo poliritmico e il suo brillante fraseggio asimmetrico, e Ben Webster, che all’inizio della carriera lo aveva preso sotto la sua ala protettrice e il cui stile melodioso e molto intenso di eseguire le ballate lo spinse ad adottare con il clarinetto il medesimo approccio insolitamente caldo e delicato. Both Sides costituì una tappa molto importante della carriera di Scott, con il timbro leggero, fragile e penetrante del suo brillantissimo clarinetto e i suoi tempi mossi da bebop che si pongono in netto contrasto con l’inimitabile intimismo e il morbido legato del suo stile da ballata, che Scott seppe coniugare al suo strumento come nessun altro. Questi due approcci possono essere apprezzati in questo disco realizzato da Scott nel 1957 come guest star del complesso della radio di Stoccarda e nelle tracce incise per i posteri nel 1962 da Joachim-Ernst Berendt in collaborazione con la SWF a Hong-Kong e a Singapore in condizioni tutt’altro che ideali, utilizzando un registratore portatile e un solo microfono (!). A dispetto di una qualità sonora piuttosto problematica, soprattutto nel caso del brano registrato a Singapore, questo disco merita di essere preso in seria considerazione, in quanto rara testimonianza di una fase tuttora poco conosciuta della carriera di Scott.