Dettagli
Autore: PORRINO ENNIO
Opera: I Shardana
Etichetta: Dynamic
Genere: Classica da camera
Supporto: Blu-Ray
Nr. pezzi: 1
Lingue:
Sottotitoli: IT, FR, EN, DE, ES, JP, KO
DVD Formato: NTSC
DVD Ratio: 16/9
DVD Sound: DD 5.1
Direttore o Solista: BRAHMALL ANTHONY Dir
Orchestra e interpreti: Mandrico Signorini, Angelo Villari, Gianpiero Ruggeri, Domenico Balzani, Alessandra Palomba, Paoletta Marrocu, Gabriele Mangione; Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari
Regia di Davide Livermore
Nello sfogliare la partitura de I Shardana di Ennio Porrino si comprende quanto quest’opera sia stata centrale nella maturazione musicale del compositore. I primi abbozzi del lavoro, infatti, risalgono al 1934-35. Messo alle strette anche da Piero Ostali (proprietario della casa Sonzogno), che preme per mandare in scena l’opera, Guastalla propone a Porrino un libretto che ha già pronto, Gli Orazi, che Porrino termina nel 1939 e andrà in scena per la prima volta alla Scala di Milano nel 1941. Appena ultimata la stesura delle musiche per Gli Orazi, Porrino decide di rimaneggiare il progetto de I Re Pastori, retrodatando la vicenda alla preistoria della Sardegna. Il primo esito di questo impegno, nel 1940, è lo spartito manoscritto Hutalabì. Nonostante l’opera sia completata in ogni sua parte sin dal 1949, Porrino non riesce a vederla eseguita fino alla realizzazione di una riduzione radiofonica della RAI nel 1956. Qualche anno ancora e l’opera, con il titolo definitivo de I Shardana, viene allestita per il Teatro San Carlo di Napoli, dove va in scena il 21 marzo 1959 diretta dall’autore. Dopo qualche mese il compositore muore improvvisamente. Ne I Shardana, Porrino impiega un’orchestra composita e versatile: tre flauti, tre oboi, tre clarinetti, tre fagotti; quattro corni, tre trombe, tre tromboni e una tuba; timpani, percussioni, glockenspiel, xilofono, celesta, arpa, pianoforte e archi. Il tessuto armonico è saldamente tradizionale, ma non privo di sezioni di sospensione tonale e di sovrapposizioni politonali. Il primo Atto racchiude gran parte del materiale tematico di tutta l’opera, con una funzione quasi di grande esposizione, che trova riscontro nella volontà del compositore di rendere via via familiari le melodie, con lo svolgersi della vicenda.